‘Elogio del negativo’,virus impone rovesciamento linguistico – Campania

‘Elogio del negativo’,virus impone rovesciamento linguistico – Campania

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Libro di Lorenzo Calò e Aurelio Tommasetti


(ANSA) – NAPOLI, 07 OTT – Il verdetto è tutto lì: se sei
negativo al tampone stai bene, se risulti positivo vuol dire che
il virus ha beccato anche te. L’epidemia ha imposto una nuova
categoria dell’essere, il «negativo», che è diventato sinonimo
di «non malato», dunque incolume rispetto all’aggressione del
male. Su questo rovesciamento linguistico e logico che ha
cambiato il paradigma della comunicazione ma che ha anche
profondamente modificato le prospettive in campo politico,
economico, sociale, culturale, si sviluppa l’idea di fondo di
“Elogio del negativo”, saggio scritto a quattro mani da Lorenzo
Calò e Aurelio Tommasetti (Rubbettino, pagine 102, euro 14)
presentato a Napoli con interventi di Antonio D’Amato,
magistrato, componente togato del Csm, Costanzo Jannotti Pecci,
vicepresidente Confindustria Napoli e Ottavio Lucarelli,
presidente dell’ordine dei giornalisti della Campania.
   
Suddiviso in sette capitoli, il volume parte da un excursus
storico sull’origine delle epidemie e sul rapporto – spesso
innervato di credenze mistiche e pratiche esoteriche – che nel
corso dei secoli ha legato l’uomo al desiderio di raggiungere
quell’equilibrio psico-fisico talvolta minato da morbi
sconosciuti e mali incurabili. Ma, sotto la spinta dell’attuale
crisi epidemica e dell’emergenza sanitaria, la riflessione si
espande toccando gli effetti delle scelte politiche dei governi
Conte e Draghi, analizzando prospettive e incertezze del quadro
economico nazionale ed europeo, allargando lo spazio critico ai
valori dell’autonomia della ricerca, della libertà di
espressione, della scelta di pensiero.
   
Dalla sanità al welfare, dall’università all’industria,
mutazioni e incognite incombono sulla ripresa. “Sì, perché la
pandemia ci avrà forse spesso dato l’impressione di essere
sospesi ma – statene certi – si è trattato di un’illusione. Il
mondo è andato avanti, il Paese si è trasformato, nulla è
rimasto (né mai più potrà essere) come prima”. (ANSA).
   

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